Il Rapporto della Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne, le sue cause e conseguenze, Dubravka Šimonović, pubblicato lo scorso aprile, affronta lo stupro come una grave, sistematica ed estesa violazione dei diritti umani, un crimine e una manifestazione della violenza di genere contro le donne e le ragazze.
A livello globale, 1 donna su 3 ha subito violenza di genere e 1 su 10 ha subito uno stupro. Sebbene sia stato criminalizzato in un gran numero di Stati, lo stupro rimane uno dei reati più diffusi, con un elevatissimo tasso di impunità e un bassissimo tasso di denuncia.
In questo rapporto, la Relatrice Speciale presenta gli standard internazionali in tema di responsabilità statale ovvero dell’obbligo di agire con la dovuta diligenza (due diligence) al fine di prevenire, criminalizzare e perseguire lo stupro in conformità con norme giuridiche internazionali, applicabili sia in tempo di pace che durante i conflitti armati.
Nella prima parte del Rapporto, Šimonović fornisce una panoramica degli standard in materia di diritti umani e di diritto internazionale penale necessari per l’effettiva criminalizzazione e punizione dello stupro, partendo da un approccio che metta al centro la vittima. In questa sezione si ripercorrono le principali evoluzioni della normativa e della giurispruenza internazionali che hanno portato lo stupro a essere riconosciuto come una violazione dei diritti umani a partire dal quadro normativo in materia di contrasto alla discriminazione contro le donne basata sul genere, in materia di contrasto della tortura e di altre violazioni dei diritti umani quali la tratta, la vendita di bambini, la schiavitù, i matrimoni forzati e precoci. Lo stupro è altresì considerato come crimine di guerra nell’ambito di conflitti armati internazionali e non internazionali, un crimine contro l’umanità e un atto costitutivo del crimine di genocidio qualora siano presenti altri elementi costitutivi di queste categorie di reati.
La seconda sezione del Rapporto mette in evidenza le principali lacune nella criminalizzazione del reato di stupro a livello nazionale, fornendo alcune raccomandazioni. Tra le questioni approfondite dalla Relatrice Speciale rispetto agli elementi materiali del reato di strupro, vi sono gli elementi costitutivi dello stesso (tali da includere la protezione per tutte le persone e tutti gli atti di penetrazione di natura sessuale), il tema dello stupro coniugale (non ancora riconosciuto in alcuni Paesi), la definizione di stupro basata sulla mancanza di consenso, l’età del consenso, le sanzioni penali applicabili al reato di stupro e le circostanze attenuanti o aggravanti applicabili (in alcuni Paesi la condotta “provocante” della vittima è considerata un’attenuante; in altri Paesi esistono forme di “matrimonio riparatore”).
Per quanto riguarda il tema della punizione degli autori e della protezione delle vittime, la Relatrice Speciale si sofferma sulla questione della procedibilità d’ufficio o a querela di parte, degli standard probatori nei procedimenti per stupro, delle misure per contrastare la vittimizzazione secondaria, dei termini di prescrizione, dell’applicazione extraterritoriale delle norme e della raccolta dati sui procedimenti penali e le condanne.
La terza e ultima parte del Rapporto si concentra sulle conclusioni e sulle raccomandazioni della Relatrice Speciale rivolte agli Stati. Tra le più significative:
- abrogare le leggi che discriminano le donne, che direttamente o indirettamente contribuiscono alle lacune normative e agli stereotipi tuttora presenti nella fase della repressione penale del reato di stupro;
- garantire supporto adeguato alle vittime di supro, tra cui misure protettive e riparazioni;
- garantire la formazione per i membri della magistratura, le forze dell’ordine e tutti gli operatori del diritto sugli standard internazionali in materia di diritti umani e in materia di stupro, al fine di superare i miti e gli stereotipi che ancora ostacolano l’attuazione di tali standard;
- garantire programmi di educazione, adeguata all’età, dei bambini e degli adolescenti su autonomia sessuale e diritti umani.
Negli ultimi 3 anni (2018-2020) sono 350 le donne che si sono rivolte al Centro Veneto Progetti Donna per situazioni di violenza sessuale intra o extra familiare. Se hai vissuto o stai vivendo una situazione di violenza contatta il nostro numero verde 800 81 46 81.
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